Nome: Enrico. Cognome: Sassoon. Nazionalità: italiana. Segni particolari: discendente della famiglia Sassoon. Oltre a ricoprire prestigiose cariche ed essere primo partner della Casaleggio, è soprattutto Board Member dell’Aspen Institute Italia, think tank emanazione diretta del Gruppo Bilderberg. Vale a dire il medesimo gruppo di tecnocrati che sta sconvolgendo l’Europa e che ha piazzato il “suo” Mario Monti in capo alla Presidenza del Consiglio italiano. Come diavolo è possibile che Casaleggio, influencer di Grillo, permetta al suo membro più rappresentativo di sedere tra le fila dell’Aspen, insieme a figure quali lo stesso Mario Monti, Giulio Tremonti, John Elkann, Giuliano Amato, Fedele Confalonieri, i due Letta, Enrico e Gianni, Emma Marcegaglia, Cesare Romiti, Lorenzo Ornaghi e altri? In teoria dovrebbero essere "nemici", Casaleggio e gli aspeniani…
di Andrea Succi da infiltrato
L’affaire Pizzarotti,
in cui il neo sindaco di Parma si sarebbe consultato con Gianroberto
Casaleggio, editore di Grillo e spin doctor del Movimento 5 Stelle, per
scegliere il Direttore Generale del Comune parmigiano ha portato alla
luce una questione di fondamentale importanza: chi controlla il controllore, ovvero chi c’è dietro Grillo?
Negli
ultimi mesi, in particolare negli ultimi giorni, tutti giù a raccontare
vita morte e miracoli di Gianroberto Casaleggio, la manina che
scriverebbe i post più aggressivi, compresi quelli epurativi nei
confronti dei Cinquestelle non allineati, vedi Tavolazzi, Favia e altri.
E mentre
gli altri stanno lì a indicare la pagliuzza Gianroberto noi siamo
andati a fare le pulci alla trave Sassoon, il più importante,
autorevole, carismatico e potente socio/partner della Casaleggio
Associati. Per capire che non scherziamo né millantiamo basta
comparare il suo curriculum professionale con quello degli altri
soci/partner: a confronto sembrano poppanti ancora da svezzare.
Tre lauree, la prima in economia alla Bocconi nel 1973, Sassoon
proviene da una famiglia di origini ebraiche, anche se non c’è nessuna
prova, fino ad ora, che lo lega alla dinastia Sassoon imparentata con i
Rotschild.
Nel
1974, quindi appena un anno dopo la prima laurea - le altre due sono
state conseguite in Scienze Politiche e Storia – Enrico Sassoon mette piede nell’Ufficio Studi della Pirelli, “allora considerato un think tank tra i migliori d’Italia in campo economico”. Una carriera fondata all’insegna dei think
tank, dove le lobby economiche incontrano il potere politico per
decidere le sorti future di uno stato (o di un insieme di stati). E deve averne fatta di strada il nostro Sassoon se è vero com’è vero che nel tempo è diventato Board Member e Presidente del Comitato Affari Economici dell’American Chamber of Commerce in Italy, la camera di commercio americana in Italia, “un ponte qualificato tra Italia e Stati Uniti
con un network di cinquecento soci che include il cuore del mondo
produttivo italiano, un gruppo di aziende ad alto tasso di
internazionalizzazione capace di rappresentare il 2% del PIL nazionale.”
Praticamente una
super lobby di multinazionali, banche e grandi gruppi che unisce le
forze per proteggere in maniera più efficace i propri interessi e che promuove lo sviluppo dei rapporti commerciali tra Italia e USA. Per rendere bene l’idea di quanto esteso sia questo cartello basta leggere i nomi di alcuni dei gruppi presenti in Amcham: Standard & Poor's, Philip Morris, IBM, Microsoft, ENI, Enel, Intesa San Paolo, Sisal, Rcs Editori, Esso, Bank of America, Coca Cola, Fiat, Fincantieri, Finmeccanica, Italcementi, Jp Morgan, Pfizer, Rai, Sky, Unicredit…
Tutti i migliori/peggiori gruppi che hanno generato la crisi economica in cui versiamo.
Enrico Sassoon, primo e più importante socio della Casaleggio, siede fianco a fianco con certi personaggi. Che poi sono gli stessi componenti dell’Aspen Institute Italia, think tank tecnocratico, diretta emanazione del gruppo Bilderberg. Quando il Sistema si organizza è capace di tutto: persino di creare un Comitato Esecutivo Aspen formato – oltre che da Enrico Sassoon della Casaleggio – anche da Mario Monti, John Elkann, Romano Prodi, Giulio Tremonti, tutti componenti italiani del Bilderberg.
Ora:
come diavolo è possibile che la Casaleggio, a detta di molti spin
doctor e influencer di Grillo e del Movimento 5 Stelle, abbia il suo
membro più importante all’interno di un Istituto popolato da quelli che
dovrebbero in realtà essere i nemici dichiarati proprio di Grillo? Qual è
la ragione per cui questo accade?
Le
stranezze, purtroppo, non finiscono qui: a parte il fatto che il
dominio beppegrillo.it risulta intestato ad un certo Emanuele Bottaro di
Modena, e potrebbe trattarsi di un normale prestanome (ma la
trasparenza?), a destare sospetti è la domiciliazione del gestore tecnico del dominio, Via Jervis 77 a Ivrea. Lo stesso indirizzo della sede legale Olivetti, gruppo Telecom Italia.
Cosa c’è di così strano?
C’è che Gianroberto Casaleggio, il secondo socio per importanza della Casaleggio, fa partire la sua avventura professionale proprio nella Olivetti,
guidata all’epoca da Roberto Colaninno, attuale presidente di Alitalia e
padre di Matteo, deputato Pd. Poi Gianroberto inizia la scalata sociale
e diventa amministratore delegato di Webegg, joint venture tra Olivetti e Finsiel. A fine giugno 2002 Olivetti cede la propria quota del 50% in Webegg S.p.A. a I.T. Telecom S.p.A., che nel frattempo partorisce Netikos Spa,
dove il più famoso dei Casaleggio partecipa al Cda con Michele
Colaninno (secondogenito di Roberto e presente nel Cda Piaggio). Questo
fino al 2004, quando decide di fondare la Casaleggio Associati, attuale editore di Beppe Grillo, con altri dirigenti Webegg. Tra cui proprio Enrico Sassoon.
La
Casaleggio parte forte e chiude due contratti importanti, prima con
Grillo poi con l’Italia dei Valori, quest’ultimo finito a male parole
quando Di Pietro e De Magistris capiscono chi si sono messi in casa.
Grillo, invece, decide di continuare il suo percorso di crescita con gli
strateghi legati ai più noti gruppi di potere italiani e non.
A questo punto le domande che sorgono sono tante: può Grillo non sapere che Sassoon siede, fianco a fianco, con Monti, Tremonti e gli altri? Può
Grillo non sapere che la gestione tecnica del suo dominio è domiciliata
nella sede di un’azienda legata al Gruppo Telecom, contro cui lui si è
scagliato più e più volte? Perché non si affranca da questi
“maledetti” personaggi, che rischiano di rovinare il lavoro sul
territorio dei ragazzi del Cinquestelle?
Se
risulta lampante a tutti quanto di buono - spesso ma non sempre e a
volte con modalità piuttosto ortodosse - riescano a realizzare i
"grillini", è altrettanto chiaro che dietro il faccione del
comico/politico genovese si nascondono personaggi ambigui e dai tratti
inquietanti. Tocca quindi ad elettori e componenti del Movimento
pretendere chiarezza. Prima che sia troppo tardi.
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