giovedì 31 maggio 2012

Intervista a Paul Ginsborg su ALBA – (L’Unità)



Il professor Paul Ginsborg  racconta che sono in molti a chiedersi come il nuovo soggetto politico Alba (Alleanza Lavoro Benicomuni Ambiente), creato insieme a Ugo Mattei, Marco Revelli, Paolo Cacciari, Chiara Giunti, Nicoletta Pirotta e Alberto Lucarelli, si stia at-trezzando in vista del 2013.
Professore, non è ancora il tempo di parlarne? Le elezioni si avvicinano.
«Siamo appena nati, è molto presto per noi prendere una posizione sulle elezioni. Certamente vorremmo fare parte di una cultura di sinistra che contribuisce alla sconfitta  del berlusconismo. Ma ci siamo visti solo una volta ad aprile,  la prossima sarà  alla fine di giugno  e lì sperimenteremo una vera forma di democrazia partecipativa e a parlare non saranno solo “i capi”. In quella sede affronteremo anche il tema delle elezioni. Per ora siamo forti di circa 80 gruppi territoriali, cresciuti con grande rapidità, al di là di ogni previsione».
Un altro segnale che i cittadini mandano chiedendo luoghi di rappresentanza di- versi dai partiti?
«Ha ragione, è una grande  responsabilità quella che sentiamo. Credo che que sto interesse dipenda  dal fatto che nei cittadini c’è l’esigenza di trovare nuove interlocuzioni. In questi mesi abbiamo visto crescere molto in fretta il Movimento  5 Stelle e noi vorremmo porci come un’alternativa a Beppe Grillo per-ché ci sono molte persone che chiedo-no un rinnovamento ma non si riconoscono nel grillismo,  fenomeno che va distinto  da tanti elettori che hanno  votato  M5S. Quello che noi rifiutiamo è proprio  la figura del capo carismatico, questo  Paese ne ha conosciuti  diversi, e quando  vediamo che ce n’è uno che ha addirittura la proprietà del marchio del suo movimento non possiamo  non avvertire  un pericolo  per  la democrazia».
Quindi Alba non avrà capi?
«Alba non avrà capi, meno che mai carismatici, anzi siamo molto sospettosi verso di loro. Sia a destra  sia a sinistra ce ne sono troppi.  Nel nostro Manifesto quello che vogliamo è che lo spazio della politica in Italia, le sue regole, la sua cultura, il suo genere,  troppo  maschile rispetto al resto d’Europa, devono cambiare radicalmente. Non diciamo “facciamo un’alleanza con questo o quel partito”, invitiamo  alla creazione collettiva di una cultura politica diversa».
Ma per dare un vostro contributo dovrà esserci una forma di partecipazione alla competizione elettorale. Guarderete al Pd, farete una lista civica nazionale o cos’altro?
«Arriveremo ad una decisione in modo democratico, anche se mi rendo conto che interessa sapere con chi ci schiereremo e in che modo. A giugno ci vedremo in Emilia Romagna, anche in segno di solidarietà con i terremotati, e stabiliremo modi, forme e tempi».
Pensate  di poter  occupare anche una parte dello spazio a cui oggi guarda Grillo?
«È quello  che ci auguriamo anche  se facciamo  fatica  a far conoscere il nostro progetto, abbiamo  trovato  grandi difficoltà ad avere spazi sui quotidiani. Se ci sono professori di destra, rispettabilissimi, forse possono  essercene anche di sinistra  che hanno  qualcosa  da dire. Io mi appello anche ai tanti del Pd che sono stufi della vecchia politica di venire con noi e dare il proprio  contributo ad un progetto davvero innovativo».
Professore, forse Bersani questo suo appello non lo gradirà…
«Temo proprio  che sia così…».

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