Massimo Malerba da Violapost
L’ultimo dossier del US Government Accountability Office (la Corte
dei Conti americana), reso pubblico il 20 marzo scorso è destinato a
scoperchiare la più grande truffa della storia militare americana (e
italiana). Il rapporto è dedicato al programma Joint Fight Striker,
ossia la realizzazione dei cacciabombarderi F-35 costata fino ad oggi
170 miliardi, 17 miliardi (praticamente il costo di una manovra economica) alla sola Italia .
Il rapporto dei “contabili” di Washington dice una cosa molto chiara e
inquietante: la produzione degli F35 (compresi i 135, poi diventati 90,
che il nostro governo ha precipitosamente acquistato) è iniziata con la
pratica della “concurrency”, ossia quando ancora gli studi, i test a
terra e in volo, i collaudi dei singoli componenti non si erano
conclusi. Con una conseguenza clamorosa: i cacciabombardieri sono difettosi, degli autentici rottami volanti.
“Il design dell’F35 – spiega il rapporto
– è quasi certamente da rifare, perché l’apparecchio non vola bene, dà
‘scossoni”; esiste “il rischio che l’aereo possa non svolgere le
funzioni chiave di combattimento per il quale è stato ideato”, che ”la
trasmissione dati tra elmetto e aereo avviene con lentezza e con scarsa
affidabilità, tanto da mettere a repentaglio la capacità di pilotare
l’F35 in situazioni di combattimento” e “solo il 4% dei requisiti di sistema per le missioni per la piena operatività sono stati pienamente verificati”.
Insomma, il governo italiano ha buttato via 17 miliardi di euro per
acquistare degli aerei bluff, non verificati nel 96% dei suoi
componenti, con gravi errori di progettazione che, negli ultimi tre anni
hanno fatto lievitare il costo del progetto di circa 15 miliardi di dollari cui si aggiungeranno altri 13 miliardi di dollari l’anno da qui al 2035.
E’ come se acquistaste una macchina e vi dicessero che però è tutta da
rifare (a carico vostro). Insomma, un pozzo senza fondo in cui è caduta
incredibilmente anche l’Italia e che sposta miliardi di euro di risorse
pubbliche dallo stato sociale alle tasche delle industrie belliche. Un bel regalo per l’americana Lockheed Martin, capofila del progetto e per Alenia Aeronautica (gruppo Finmeccanica).
Ecco il rapporto della Corte dei Conti americana. Qui il dossier integrale
Il mese successivo alla pubblicazione del rapporto, ossia poche
settimane fa, ad aprile 2012, venuto a conoscenza delle gravi
implicazioni economiche del progetto, il governo canadese (così come aveva già fatto il governo australiano) ne è uscito velocemente:
Ma già a dicembre 2011, un resoconto di Aviation week
metteva in guardia sulla reale efficacia operativa degli F-35, cosa che
peraltro, nei suoi rapporti pubblici, la Corte dei Conti americana fa
ormai da anni: “Gli effetti della concurrency -scrive l’US Government
Accountability Office ”sono apparsi particolarmente evidenti nel 2011,
quando il programma JSF è incorso in un aggravio di spesa per
risistemare apparecchi già costruiti correggendo difetti scoperti
durante i test successivi”
E dunque il governo Monti sapeva ma non ha informato i cittadini quando, nel febbraio del 2012, nel bel mezzo di una crisi economica senza precedenti, il ministro “tecnico” della Difesa, l’ammiraglio Giampaolo Di Paola (foto a destra), aveva annunciato pomposamente che l’Italia avrebbe acquistato solo 90 F35, invece dei 131 inizialmente prenotati,
così da ottenere un risparmio di cinque miliardi di euro: una clamorosa
menzogna, smentita dalla preoccupante escalation dei costi prevista nel
rapporto americano, di cui il ministro “tecnico” (?) Di Paola era già a
conoscenza e che ha volutamente omesso. Un genio: 17 miliardi di euro (di cui 2 miliardi e mezzo già pagati alle imprese) per 90 caccia non solo inutili ma anche difettosi. E adesso chi paga?
Nessun commento:
Posta un commento