lunedì 7 maggio 2012

Vaccini: Cosa hanno fatto? (IV parte)

Dato che continuano a comparire in rete articoli sulla dannosità dei vaccini, basati su dati fasulli e idee strampalate, credo sia il caso di rileggersi questo articolo e tenerlo bene a mente


Apro questa quarta parte con uno studio che sembra arrivare a puntino.
Ricordate il presunto collegamento tra autismo e vaccinazione trivalente MPR (Morbillo, Parotite, Rosolia)?
Per Wakefield l'autismo era collegato direttamente alla vaccinazione antimorbillo, per molti movimenti antivaccinisti la causa dell'autismo è la vaccinazione trivalente contro le tre malattie.
Ho già spiegato che non esiste nessun collegamento provato o evidente tra questi due elementi ma uno studio polacco uscito il primo dicembre (pochi giorni fa dunque) dimostra che i bambini vaccinati con il trivalente hanno meno possibilità di sviluppare autismo. La scienza sa essere più beffarda del peggior cospirazionista in pieno delirio di persecuzione.
Un bel pugno in un occhio per gli antivaccinisti.

Torniamo in argomento.


La mancata conoscenza di un rischio, fa percepire lo stesso come molto distante.


Chi non ha mai (fortunatamente) provato una malattia grave
fatica a capirne la sofferenza che ne deriva e fatica ad immaginarsi malato gravemente.
Questo perchè il ricordo delle malattie contagiose gravi, debilitanti che colpivano familiari, amici e compagni di classe, appartiene ormai al passato. Non è un'immagine abituale che appartiene ai nostri giorni, ai nostri affetti.
Così, se nel secolo scorso era un'esigenza ed una grande conquista sentita da tutti, la possibilità di vaccinarsi per proteggersi da malattie gravissime ed anche mortali, oggi questo è un bisogno diminuito notevolmente. Aumentano così i casi di rifiuto delle vaccinazioni e, peggio, di protesta contro la vaccinazione obbligatoria.
Un individuo che critica i vaccini, se oggi risulta degno di ascolto (ma che poi approfondendo è quasi sempre un ignorante o una persona con interessi personali e quindi in malafede), qualche anno fa sarebbe stato solo un pazzo visionario.

Chi riesce ad immaginare
oggi un bambino malato di difterite o poliomielite? E di vaiolo?
Praticamente nessuno. Anche tra i medici esistono persone che non hanno mai visto in vita loro un malato di poliomielite. La diffidenza nei confronti del vaccino ha quindi terreno fertile.
E' un fenomeno conosciuto: nel 1990 in Piemonte, si verificò un caso mortale di morbillo, molto pubblicizzato dalla stampa locale. Vi fu un incremento eccezionale di richieste di vaccinazione antimorbillosa, quasi un accaparramento, soprattutto da parte di famiglie che avevano precedentemente rifiutato la vaccinazione per i propri figli.
Un fenomeno che ho osservato direttamente anche io. In una comunità che essenzialmente rifiutava la vaccinazione per l'influenza "suina", la comparsa di un caso gravissimo (con pericolo di vita) di uno dei componenti (sani) della comunità ha scatenato il panico aumentando a dismisura la richiesta di vaccinazione fino a raggiungere una copertura praticamente totale. Vedere da vicino i pericoli di una malattia scatena la paura che negli anni proprio il benessere e la medicina avevano sopìto.

Il fatto che i vaccini abbiano sconfitto (in qualche caso
eradicato completamente) gravi malattie e che abbiano salvato milioni di vite umane se non dalla morte almeno da atroci sofferenze è un fatto INDISCUTIBILE ed è in malafede chi cerca di dimostrare il contrario o non lo riconosce.

Malattie che stavano diventando pericolosamente diffuse sono diminuite fino a diventare rare SOLO per merito delle vaccinazioni e malattie che pur non essendo gravi, potevano esporre a complicanze gravissime e letali, sono sopprimibili mediante vaccinazione.


Guardate per esempio questo grafico; sull'asse
verticale sono riportati i casi di poliomielite registrati in Italia, su quello orizzontale (in basso) i vari anni, dal 1939 al 1995, l'inizio della vaccinazione antipolio di massa in Italia è iniziata nel 1962:
Notato il crollo verticale dei casi di polio?

Dal momento della vaccinazione la poliomielite è diminuita in maniera drastica, dal
1963 con 2.830 casi; 1965 con 254; 1966 con 148 e così via sino ad arrivare a ZERO casi a partire dagli anni 80. Mi sembra una dimostrazione palese di efficacia...ma gli "antivaccinisti" ribattono che la sconfitta di malattie come la poliomielite sia dovuta soprattutto ad un miglioramento delle condizioni igieniche e non ai vaccini. L'ultima grande epidemia di polio in Italia è avvenuta nel 1958 con casi di decesso in aumento drastico e quindi non un secolo fa e le condizioni igieniche, soprattutto nelle grandi città, non erano così diverse da quelle di oggi e soprattutto: come poteva un miglioramento delle condizioni igieniche, diminuire di 10 volte in soli due anni, i casi di polio? Ecco un'altra tabella, sulla polio:


Esistono altresì diverse evidenze dell'efficacia delle vaccinazioni contrapposta alla diminuzione del numero di vaccinazioni.

E' bene dire che le drastiche riduzioni di vaccinazioni accadute occasionalmente in varie parti del mondo, sono state causate quasi sempre da allarmi sociali lanciati proprio da disinformazione organizzata. Lo stesso fenomeno che sta accadendo attualmente, soprattutto su internet. Lanciare proclami allarmanti ed infondati, terrorizza la popolazione e le famiglie e le distoglie dall'importanza di una pratica salvavita.
L'impatto degli antivaccinisti sulla salute delle persone è immenso e dannoso ed è stato pure studiato. E' stato visto ad esempio (riguardo la pertosse) che l'incidenza della malattia è da 10 a 100 volte più alto nei paesi con più movimenti antivaccino rispetto a quelli che non hanno antivaccinisti nel loro territorio.

Sono conosciutissime le epidemie causate proprio da campagne di stampa allarmanti e movimenti antivaccino. Queste persone quindi hanno molti decessi nella loro coscienza (immotivati oltretutto).


Questo è un fenomeno che si è ripetuto diverse volte nel mondo.

Negli Stati Uniti ad esempio prima del 1985, anno di introduzione del vaccino contro l'
Hemophilus Influenzae B, si registravano circa 20.000 casi annuali di complicazioni legate a questo virus (soprattutto respiratorie, polmoniti in particolare ma anche meningiti) oggi, con le vaccinazioni, la malattia è praticamente scomparsa (poche decine di casi nell'ultimo anno).

Nel 1988, si registravano
1000 casi di paralisi da poliovirus (il virus della poliomielite) al giorno in tutto il mondo ma la maggioranza nei paesi poveri, fu in quell'anno che l'OMS decise di procedere alla campagna di eradicazione della malattia. L'obiettivo era quello di far scomparire del tutto la malattia dal pianeta Terra, quello che era già successo con il vaiolo.
Nel 2000 i casi giornalieri registrati, sono stati 30.

Tre continenti sono già
totalmente liberi da poliomielite (indigena, cioè non contagiata da individui di altri continenti). L'Europa è stata dichiarata libera da poliomielite nel 2002.
Negli anni '50 interi reparti pediatrici erano destinati interamente al ricovero deigli oltre 10.000 nuovi casi l'anno di paralisi poliomielitica.
L’ultimo caso di poliomielite in Europa è avvenuto il 26 novembre 1998. Questo bambino si chiama Melik Milas. Vive in un piccolo villaggio nella provincia di Agri, in Turchia al confine con l’Iran. Melik aveva 33 mesi quando è stato colpito dalla paralisi da polio Non aveva ricevuto nessuna vaccinazione ed è stato colpito da un poliovirus di tipo 1.
La poliomielite è una malattia terribile di cui ancora oggi ci si ammala:

Questo gli antivaccinisti non ve lo dicono.

Partiamo quindi da un dato che smentisce
pesantemente ogni accusa di "inefficacia" dei vaccini. Con una tabella (riferita ai casi negli U.S.A.) riassumiamo qualche dato: nella prima colonna le varie malattie contagiose, nella seconda colonna l'anno con il massimo numero dei casi ed il numero di malati registrati, nella terza il numero di casi registrati nel 1999 e nell'ultima la riduzione, in percentuale, della malattia.
Come si vede, non si sta parlando di migliaia di casi nel medio evo o di qualche secolo fa, ma di pochi decenni addietro, molti dopo gli anni del dopoguerra, in epoche nelle quali l'igiene personale ed urbana era sovrapponibile a quella odierna. L'efficacia dei vaccini è innegabile.

Qualcuno ha anche sostenuto che la vaccinazione per malattie "
banali" come il morbillo, non sarebbe utile ed esporrebbe i vaccinati ad inutili rischi. Anche qui, rispondono i numeri. In Italia si registravano (dati 1990-99) circa 24.000 casi di morbillo ogni anno (con picchi di 80.000 casi, la variazione così ampia è tipica per le malattie virali epidemiche); nel 1998 è stata attuata una campagna di vaccinazione di massa e si è assistito ad una drastica diminuzione dei nuovi casi di malattia. Il morbillo è una malattia che raramente espone a conseguenze rare, in un caso su 1000 però può dare complicanze di tipo meningo-encefalitico, molto gravi, altamente invalidanti se non mortali. Questo vuol dire che negli anni '90 anni, almeno 240 persone in Italia, hanno avuto una grave complicanza da morbillo. Dal 2000 al 2007 i casi di decesso da morbillo sono calati del 75%.
Un risultato evidente quindi.

Nel mondo, nel periodo 2000-2007 si è passati
da 750.000 decessi da morbillo a 127.000.

Anche questo gli antivaccinisti non lo ricordano mai.

Nel 2003 l'Italia ha lanciato un piano per l'eliminazione del morbillo, ma i tassi di vaccinazione sono rimasti molto più bassi di quanto previsto ed i risultati non sono stati soddisfacenti. La malattia continua ad esistere ed occasionalmente si assiste a focolai epidemici più o meno gravi, come nel caso dell'autunno-estate 2007/2008 che vide esplodere diversi casi di morbillo in diverse regioni italiane.
Dal 1 settembre 2007 al 30 maggio 2008 furono registrati 2079 casi di morbillo (soprattutto nelle regioni del nord), i 91,7% dei contagiati non era vaccinato, si sono registrati 1 caso di encefalite, 3 di trombocitopenia, 22 di polmonite e 27 di otite media. Un paziente è deceduto a causa di una complicanza (era una bambina con un'immunodeficienza).

Stesso discorso sulla presunta "
banalità" di una malattia, lo si legge spesso nel caso del tetano.
Moltissimi casi di tetano (anche mortali) riguardano le persone in età avanzata. Mentre gli antivaccinisti collegano questo dato con la presenza della malattia nonostante la vaccinazione, appare evidente che gli individui più giovani sono invece protetti proprio perchè per la maggiorparte vaccinati. Non solo: gli individui più avanti con l'età, anche se vaccinati, potrebbero aver perso la protezione perchè non hanno effettuato i richiami o hanno lasciato trascorrere troppo tempo dalla vaccinazione. Sono state scritte frasi come: non esiste un caso di persona affetta da tetano con età inferiore a 50 anni. Sono bugie. Le immagini possono risultare pesanti, ma questo è un bambino affetto da tetano (notare il "ghigno" tetanico dovuto a contrazione dei muscoli mandibolari):

E questo è un neonato, notare la completa rigidità del corpo, sintomo principale della malattia che conduce spesso a morte:


Ancora oggi, ci sono bambini che di tetano muoiono. Altro che storie.
Il progresso della medicina che ci consente di vivere meglio e più in salute ci permette anche di ritenerci al sicuro dalle malattie, ci allontana dalla sofferenza. La visione di persone malate viene vista come una "sfortuna", un caso, quando fino a pochi anni fa era del tutto normale ed avere in casa un bambino malato o uno o più casi di morte da malattia contagiosa era la norma.

La
pertosse, è una delle malattie infettive più contagiose e nel 20% dei casi conduce a ricovero ospedaliero. E' causata da un batterio, la Bordetella Pertussis.
Dagli anni '40 esiste un vaccino che conteneva cellule intere del batterio (che esponeva a rischi maggiori) da qualche anno invece è disponibile il vaccino "acellulare" che contiene solo parti del batterio e che quindi ha rischi notevolmente minori.
Oggi il vaccino antipertosse viene somministrato assieme a quelli per altre malattie ed inserito nel cosiddetto vaccino "esavalente" (valido per 6 malattie), con i vaccini per il tetano, la difterite, la poliomielite, l’epatite B e l'Hemophilus I. B.
Leggiamo i casi di pertosse registrati in Italia dal 1996 al 2006 (il 2007 non è un dato definitivo):

Le complicanze polmonari si verificano in un caso ogni 20 ma in più di un caso ogni 10 neonati di età inferiore a 6 mesi. Altra grave complicanza è l’encefalopatia che colpisce da 1 a 2 bambini ogni 1000. La mortalità della pertosse è alta: di 2 decessi ogni 1000 casi, pressoché completamente a carico dei bambini nel primo anno di vita. La causa principale di morte è la polmonite. Dal 1990 la vaccinazione è stata introdotta gradualmente (non è obbligatoria) ed i casi sono diminuiti in maniera simmetrica.
Al contrario, la pertosse è aumentata in corrispondenza dell'attività dei movimenti antivaccinisti e di questo fenomeno esistono dati precisi come nel caso della Svezia che negli anni 60-70 è stata patria di un grosso movimento "naturalista-antivaccinista" che ha lanciato una campagna contro il vaccino per la pertosse: in quegli anni la copertura vaccinale ebbe un decremento fortissimo e contemporaneamente l'incidenza della malattia aumentò in tutta la nazione:

L'intervento dei movimenti contro i vaccini ha causato sempre un aumento dei casi della malattia (in questo caso, nello schema, la pertosse). La zona grigia è quella che considera il periodo di "influenza" dei movimenti anti-vaccino.
In Giappone, anche una semplice sospensione delle vaccinazioni (anche in quel caso dovuto a psicosi di massa) ha causato un picco di malattia (pertosse) che è tornato normale al riprendere delle vaccinazioni, un'altra prova che i vaccini mantengono quello che promettono (la freccia della seguente tabella indica l'interruzione delle vaccinazioni con conseguente picco dei casi e poi ritorno alla normalità con la ripresa delle vaccinazioni con il nuovo vaccino):


Come può essere disattesa quindi una procedura come la vaccinazione che ha portato solo benefìci all'intera umanità?
Ebbene proprio la disinformazione può giocare un ruolo (nefasto) importantissimo.

Prendiamo proprio l'esempio del 1974, in
Giappone: due bambine morirono due giorni dopo la vaccinazione per la pertosse. Non fu riscontrato nulla che collegasse i due decessi alle vaccinazioni ma una campagna di stampa inutilmente allarmante, causò una fobia nella popolazione che evitò la vaccinazione prevista. In due anni infatti, la copertura vaccinale scese dall'85% al 13,6% e nel 1979 il Giappone fu colpito da una terribile epidemia di pertosse che provocò 13.000 casi e 41 morti. Nel 1981, l'epidemia ottenne l'effetto contrario, la corsa alla vaccinazione, con un ritorno immediato alla normale epidemiologia della malattia.
Casi simili sono successi in diversi paesi del mondo, Gran Bretagna, Olanda, Francia e Russia.

Quello russo è
emblematico, nel 1990. Il disfacimento dell'Unione Sovietica comportò una disorganizzazione dei servizi ed un abbandono da parte di larga fascia della popolazione delle vaccinazioni obbligatorie, si passò in breve tempo dagli 800 casi del 1989 agli oltre 50.000 casi di difterite (malattie di cui la maggioranza della popolazione in Italia non ha nemmeno concezione) del 1994, con una mortalità per difterite che ha raggiunto punte anche del 10%. L'epidemia fu vastissima e rischiò di travalicare pure i confini nazionali spargendosi in Europa. La ripresa delle vaccinazioni di massa con l'urgente creazione di contromisure, riuscì ad arginare il fenomeno riportando tutto alla normalità.

La
difterite è una grave malattia contagiosa provocata da un batterio che raggiunge nella malattia non trattata, tassi di mortalità altissimi, del 30-40% fino al 50% in caso di epidemia.
In Italia la vaccinazione è disponibile dal 1929 ed è obbligatoria dal 1939 (da anni è associata a quella antitetanica, obbligatoria dal 1968). La vaccinazione è ormai diffusa in tutto il mondo, anche nelle aree povere. Ecco una tabella con i casi di difterite (colonne azzurre: dati nel mondo) e tasso di vaccinazione (linea blu):

...e questo è quello che è successo in Italia:

E la difterite faceva morire in maniera orrenda, praticamente soffocati.
E' tipico l'edema (una raccolta di liquidi che ingrossavano la zona) delle vie aeree ed ancora più specifica la formazione di una sorta di membrane che letteralmente soffocava i piccoli pazienti. I vecchi medici di famiglia erano costretti a "rompere" queste membrane con un cucchiaio o una spatola tra atroci dolori ed immaginabili sofferenze e tutto questo era normale, chiedetelo agli anziani che lo ricorderanno con orrore. In fondo alla gola di questo bambino si stanno formando le membrane grigiastre della difterite:

Non ci credete? Chiedete pure, morire di difterite, oggi evenienza praticamente impossibile, era un evento assolutamente ordinario.
Sparare a zero contro i vaccini è quindi da veri stupidi!

E riguardo le eventuali
allergie ai vaccini?

Il vaccino è un farmaco e come qualsiasi sostanza può provocare reazioni allergiche, anche gravi, fino allo shock anafilattico. Non è un mistero.

Negli appelli allarmistici la voce "può causare uno shock anafilattico" è usata come un'arma di convincimento, ma il buon senso ed una buona dose di cervello, fanno capire che l'affermazione è fine a se stessa ed inutilmente allarmante poichè TUTTO può causare uno shock anafilattico, dalla puntura d'ape ad un cosmetico. Basti comunque sapere che negli Stati Uniti, su 70 milioni di dosi di vaccino per il morbillo, sono stati registrati 33 casi di reazione allergica grave e qui chiudiamo questo argomento.

Credo a questo punto che le poche basi su cui si poggiano le affermazioni degli antivaccinisti siano davvero
deboli e pretestuose.
I vaccini funzionano, hanno salvato milioni di vite umane, non contengono fantomatiche sostanze avvelenanti e non vaccinarsi espone a rischi molto alti.

Oggi è molto difficile ammalarsi di una delle terribili malattie per cui è prevista una vaccinazione ma questo risultato si è raggiunto grazie alla diffusione dei vaccini.

Chi non si vaccina oggi non è un coraggioso o un ribelle, è semplicemente un "furbetto" che con il suo comportamento affida totalmente agli altri la responsabilità della vaccinazione e così protegge in parte pure se stesso.
Senza considerare che se la decisione di non vaccinare il proprio figlio, conducesse ad una malattia, il rimorso sarebbe terribile.

Nel 2004 una comunità religiosa olandese di protestanti ortodossi ha
rifiutato la vaccinazione contro la rosolia. I dati furono oggetto di uno studio.
Il risultato fu un focolaio epidemico che colpì 387 persone. In seguito la malattia si diffuse anche in Canada poichè la comunità olandese aveva stretti e frequenti rapporti con i loro omologhi americani. Il 97% degli individui contagiati in Olanda e Canada era composto da persone non vaccinate.
Quella epidemia causò il contagio di 32 donne in gravidanza.
Le conseguenze furono:

- 2 casi di morte fetale

- 14 neonati con rosolia congenita.

Di questi neonati:


11 presentarono vari danni tra i quali sordità congenita

6 malformazioni cardiache
3 microcefalia
7 Anomalie neurologiche e deficit cerebrali di vario tipo.
(alcuni dei neonati presentavano più patologie e quindi il totale delle conseguenze è maggiore ai neonati contagiati).
Tutte queste povere vittime, potevano evitare un destino amaro con una semplice iniezione.

I vaccini sono medicine, non caramelle, hanno precise indicazioni, controindicazioni, effetti ed effetti collaterali. Sono tra i farmaci più sperimentati e testati, soprattutto sui soggetti più deboli, i bambini.

Hanno eradicato malattie gravissime, hanno migliorato la qualità di vita nostra e dei nostri figli, ci hanno fatto dimenticare tragedie che erano normali in tutte le famiglie.
Mai
ascoltare chi semina panico ingiustificato o allarmi infondati.


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