di
Miguel Martinez (da Kelebek
Blog)
“Esigi il
Meglio – da Te Stesso, dalla Tua Carriera e dalla CCA.Offriamo
opportunità di carriera che cambiano la vita, dove tu puoi fare la
differenza”
Con questa
ennesima variante sull’American Dream, la CCA –
Corrections Coporation of America – la più grande società
carceraria privata del mondo, recluta secondini. [1]
Ogni crisi, ci dicono gli entusiasti, è
un’opportunità.
In fondo, se ci pensate, peggio vanno le cose, più c’è
bisogno di carceri; e ciò avviene in virtuosa sinergia con
l’impoverimento delle autorità locali.
Così, la Prisoner
Transportation Services (PTS) of America, che si occupa
soprattutto di rimandare alla casella di partenza gli immigrati
clandestini, ha aumentato i propri profitti di ben 13 volte in pochi
anni.
La Corrections Corporation, che già gestisce 60
carceri con 90.000 posti-gabbia, sta cogliendo la grande crisi
offrendo
a 48 Stati l’acquisto in contanti delle strutture
carcerarie (in modo da assicurarsi in futuro il monopolio di ciò che
vi si svolge), assieme alla gestione completa delle stesse carceri
per i prossimi vent’anni.
C’è però una condizione decisiva: le autorità
dovranno garantire che durante tale periodo, le carceri saranno
occupate per almeno il 90% della loro capienza.
L’impresa è indubbiamente redditizia: ad esempio, la
CCA paga
un dollaro al giorno ai detenuti che lavorano, ma si fa pagare da
loro cinque dollari al minuto per fare una telefonata.
La Corrections Corporation of America, come ogni
azienda, deve depositare un documento presso la U.S. Securities and
Exchange Commission, in cui gli azionisti vengono avvertiti di
possibili rischi.
La società quindi mette in guardia gli investitori dei
pericoli che potrebbero incombere sui profitti dell’impresa, nel
caso di
“rilassamento negli sforzi da parte della polizia, clemenza nelle sentenze o negli standard per il rilascio in libertà provvisoria, o la decriminalizzazione di certe attività attualmente vietate dalle nostre leggi penali”.
In particolare,
“ogni cambiamento riguardante la droga e le sostanze proibite o l’immigrazione clandestina potrebbe avere una ricaduta sul numero di persone arrestate, imputate e condannate, riducendo quindi potenzialmente la domanda per i servizi carcerari in cui ospitarle”.
La Corrections Corporation comunque difende con
determinazione gli interessi dei propri investitori.
Tra il 2003 e il 2010, ha speso 14,8
milioni di dollari in lobbying per far inasprire
le leggi, in particolare quelle riguardanti l‘immigrazione
clandestina.
La Corrections Corporation aderisce poi a una
superlobby, l’American Legislative Exchange Council
o ALEC.[2]
Fondata da Paul
Weyrich, uno dei più potenti organizzatori di think
tank di destra e una vecchia
conoscenza nostra, ALEC elabora
direttamente i testi di legge, nazionali e locali su
misura degli interessi dei propri soci, e poi si assicura che le
autorità siano motivate ad adottarle: solo nel 2009, 826
proposte della ALEC divennero legge in vari stati.
Tra le invenzioni dell’ALEC, troviamo i Three
Strikes Out, cioè l’ergastolo alla terza condanna, oggi
adottato da 24 Stati: forse il più brillante esempio di
fidelizzazione della clientela mai inventato.
Per ora, gli investitori nel sistema carcerario possono
stare tranquilli: nel 1980, 220 cittadini statunitensi su 100.000 si
trovavano in carcere, oggi ce ne sono 739, e la spesa per il sistema
carcerario è aumentato
sei volte di più di quella per l’istruzione
superiore.
Nell’autunno del 2001, Steve Logan, CEO della Cornell
– principale concorrente della CCA – venne intervistato durante
un incontro con gli investitori. Rispose:
“Credo che sia chiaro che con gli eventi dell’11 settembre, c’è un aumentato interesse per la la detenzione, sia lungo i confini che all’interno degli Stati Uniti, e si catturano più persone. E questo è positivo per i nostri affari. Gli affari federali sono i migliori affari per noi. Sono i nostri affari principali, e gli eventi dell’11 settembre aumentano i livelli di quegli affari”.
Nota:
[1] Il sito della CCA presenta anche una
video-intervista con un certo Clay Cox, “Unit Manager”, sotto il
significativo titolo, “Why do you enjoy corrections?“,
traducibile all’incirca, “perché ti piace incarcerare la gente?”
Non sorprendentemente, si dichiarano “military
friendly employers”.
[2] Per chi credesse alla neutralità di certe aziende,
fanno
parte dell’ALEC anche quattro delle cinque principali
società petrolifere e poi: Bayer, Hewlett-Packard, Wal-Mart, AOL
eBay, GlaxoSmithKline, Western Union, Novartis, Symantec, Amazon.com,
Yahoo, VISA e Time Warner.
Invece Coca-Cola, PepsiCo e la Bill & Melinda
Gates Foundation hanno abbandonato
l’ALEC quando la loro adesione è diventata di dominio pubblico.
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